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1. Che cos'è un Mito per te?

In senso letterale è qualcosa di non necessariamente legato alla realtà, divinità, eroi, antenati, animali o creature mostruose. Una verità tramandata destinata ad espandersi ed evolversi. Ciò naturalmente non implica né che la narrazione sia vera, né che sia falsa. Attualmente il mito è nella eccezionalità di chi si fa ricordare per qualcosa di unico e irripetibile.

 2. Quali sono i tuoi principali punti di riferimento come disegnatore?

Cambiano da stagione a stagione. Dipende molto anche da che cosa sto realizzando in quel preciso momento. Perciò attualmente sarebbe meglio parlare di fonti d’ispirazione  più che degli inamovibili punti di riferimento. Comunque chiunque riesce con un lavoro, anche con una sola immagine a sorprendere, a emozionare, a far apprezzare la cura della narrazione o dei dettagli, sarà sempre meritevole di essere studiato a fondo.

 3. Nel corso della tua carriera hai mai avuto modo di imbatterti nella mitologia classica?

Avrei dovuto realizzare una storia per “I grandi miti greci” a fumetti curata da  De Crescenzo ma poi non se ne fece nulla. Idem per un altro lavoro che avrei dovuto realizzare per quelli della Soleil, casa editrice francese, su una rivisitazione della guerra di Troia. Prima o poi sfaterò anche questo tabù. Eh, eh!

 4. Che rapporto hai con l'universo narrativo della mitologia classica?

Sono molto affascinato e mi accorgo sempre più spesso che i personaggi della mitologia sono così popolari e conosciuti che quando faccio riferimenti do per acquisito che l’interlocutore conosca quel mondo. Ormai fanno parte del nostro mondo e sono in pochi a ignorare il significato di personaggi come Teseo, Narciso, Edipo.

 Hai magari ricordi di vecchi studi, o di vecchie letture?

Letture vere e proprie risalgono al periodo degli studi, ancora ricordo il titolo di quel libro massiccio, “Dal mito alla storia”, leggemmo e commentammo per mesi le incredibili gesta di Ulisse, era come assistere a una saga cinematografica ricca di copli di scena ed effetti speciali.

 5. Quando un personaggio entra nel Mito, secondo te? In che rapporto si pone con gli archetipi?

Oddio, mi sento un po’ sotto esame...Ah, ah, ah, che cos’è, un’interrogazione? A parte gli scherzi, come dicevo all’inzio c’è una grande differenza tra il significato classico e l’accezione che se ne trae ai giorni nostri. In generale le gesta scritte di un mito non sono una fredda cronaca documentata e comprovata ma più un racconto di pancia su un fatto evocato e distorto, spesso per il bisogno di fornire una spiegazione a fenomeni naturali o a interrogativi sull'esistenza. Negli ultimi anni è diventato un aggettivo di cui si abusa per sottolineare la straordinarietà di evento o di un personaggio. Tanta è stata la sua diffusione che è diventata una parola di uso comune. Tanto per rimanere in tema Fumetti, basti pensare all’esclamazione arcinota di Homer Simpson, “Mitico!”

 6. Sia lavorando in "territorio" Disney, sia per Bonelli hai a che fare con personaggi molto forti, molto vicini a "tipi" umani ben precisi. Che rapporto instauri con loro?

Di completa e devota abnegazione. Sono il loro tramite e cerco di dare il massimo per capirli, conoscerli e farli recitare in maniera convincente.

 7. Hai consigli particolari per i giovani autori?

Di copiare molto i grandi disegnatori e cercare di carpire loro i segreti. La distribuzione dei bianchi e dei neri, la composizione di una tavola o la gestione degli ingombri non sono cose che avvengono spontaneamente, bisogna studiare e farsi esperienza sul campo.

 8. Quali sono gli errori in cui è più facile cadere per chi lavora nel mondo dei fumetti e ci sono dei "trucchi" per evitarli, secondo te?

Il fumetto si basa su un linguaggio. Non rispettare questi codici o, peggio, non conoscerli, significa interrompere la linea empatica che c’è tra chi realizza una storia e chi la legge. La non-comprensione di quello che si sta raccontando è il peggiore difetto che un fumetto può presentare, più che l’approssimazione estetica o la coerenza grafica. Il solo trucco che io conosca è studiare e non smettere mai di essere curioso.

 9. Secondo te esiste una sorta di "mito" dell'autore (sceneggiatore e disegnatore, come nel tuo caso) come creatore?

Ah, ah, ah, spero proprio di sì!

Perché questa professione affascina così tanto, a tuo parere?

Perchè siamo troppo fichi (nel senso di mitici, ovviamente) oppure perchè non si conosce le miserie delle nostre vite quotidiane.


 

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